Page 94 - IL TASSELLO MANCANTE
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l’altro no… Goditi i risultati raggiunti. Tu non hai colpe… e io

            non ti lascio solo.”
            “Io…  io…  Ti  ringrazio,  ma…  non  so  che  dire.  Tu  cosa  c’entri?
            Puoi solo perdere del tempo. Che cosa ci guadagni?”

            “Siamo  amici  o  no?”  lo  zittì  Sandra  “ma  adesso  devo  andare,
            Francesca mi aspetta… oggi è il 4 ottobre… è il suo onomastico e

            dobbiamo  festeggiare.  Berremo  anche  qualcosa,  ma  stai
            tranquillo: domattina sarò qui! A costo di mettermi in ferie.”
            Il commissario salutò a sua volta:

            “Falle anche gli auguri da parte mia!”
            Poi si immerse di nuovo nei suoi pensieri… non riusciva a darsi

            pace. Era arrivato a un passo dalla conclusione e per colpa di un
            custode imbecille si ritrovava d’improvviso nei guai fino al collo.
            Ma  adesso  cosa  poteva  fare?  Non  gli  andava  l’idea  di  poter

            soltanto  aspettare.  Prese  la  trascrizione  dell’interrogatorio  di
            Laura… Lesse e rilesse… Apparentemente, niente da dire. C’era

            una risposta per ogni cosa… Era tutto chiaro, tutto liscio…
             “Anche troppo!” si scoprì a pensare, spinto dal suo intuito e dalla
            sua indole, sospettosa per professione… C’era qualcosa che non

            gli quadrava… ma che cosa? E mentre si attardava in ufficio in
            attesa  di  notizie,  pensò  di  riguardare  ancora  una  volta  la

            registrazione delle immagini catturate dal drone, che aveva già
            seguito ‘in diretta’ dalla macchina mentre guidava, per forza di
            cose senza troppa attenzione…  Impugnò il joystick e cominciò a

            far scorrere le immagini avanti e indietro, rallentandole a tratti
            e  zoomando  sui  fermo-immagine  che  lo  incuriosivano…  fino  a

            quando catturò un fotogramma che lo fece pensare. Renato non
            teneva  affatto  una  pistola  in  pugno…  Manovrava    soltanto  un
            bastone  di  legno  per  farsi  strada  sul  sentiero.  Perché  Laura

            aveva mentito? E cosa portava nel borsone che aveva a tracolla?
            Ecco che cosa non quadrava. Laura non era affatto minacciata,

            non aveva nessuna pistola puntata contro. Aveva inventato una
            storia che a tutti gli effetti poteva sembrare davvero credibile…
            ma lei non poteva sapere dell’esistenza di un filmato, in grado di

            smentirla senza equivoci.
            Chiamò subito il custode:



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