Page 178 - avatar gladiatori degli idee_Active
P. 178
energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico. Un filamento di
energia che è paragonabile a una cordicella, come quella di un violino, in continua
vibrazione.
Le varie visioni all’interno della teoria delle stringhe, e di quella denominata delle
Superstringhe, prevedono oggetti essenzialmente a una sola dimensione che possono
essere aperti o chiusi e che vibrano in maniera diversa tra di loro manifestando in tal
modo differenti cariche energetiche che vanno a costituire i vari elementi subatomici
più o meno pesanti. Così come una corda di violino può vibrare in modi diversi
producendo differenti note musicali, anche i filamenti della teoria delle stringhe
possono vibrare in più modi producendo, a seconda dell’intensità del ciclo
vibrazionale, particelle con massa e proprietà diverse tra di loro. Particelle, più o
meno pesanti, che vanno ad arricchire il panorama definito dal “Modello standard”.
L’attività coordinata delle stringhe giunge a creare non solamente l’entità dello
spazio, ma anche quella del tempo. La teoria delle stringhe allarga i confini
immaginabili dell’universo poiché prevede che debbano esistere ulteriori dimensioni
spaziali in cui le stringhe possano esistere con le loro caratteristiche che portano a
concepire fino ventiquattro dimensioni oltre a quelle che conosciamo.
Ciò che accomuna la visione moderna della Teoria delle stringhe a quella
cosmologica dell’antico sciamanesimo druidico è il fatto che i filamenti di stringa
non costruiscono di per sé un ente materiale. La stringa è da intendersi come una
"unità vibratoria" immateriale che con la sua vibrazione crea il fenomeno della
materia così come la percepiamo. Una stringa di energia che vibra all’infinito senza
smettere mai.
L’idea, sostenuta dai miti, del principio del Suono primordiale come evento che diede
origine alla vibrazione, portando alla creazione delle forme, delle creature e dei
fenomeni dell’universo, indusse gli antichi sciamani a concepire la possibilità di
attuare azioni creative basate sulla musica. A questo scopo gli antichi sciamani
idearono la Nah-sinnar, una melodia che riproponeva in schemi matematici i più
profondi e nascosti archetipi della Natura, rivelando di essere in grado di operare
sulle cose e sugli esseri umani.
Gli sciamani, nell’impiego della Nah-sinnar, usavano la voce e altri strumenti, come
il flauto, attraverso i quali esprimere il proprio “koran”, il potere interiore del
respiro che veniva unito alle facoltà creative della Nah-sinnar.In tal modo gli antichi
sciamani realizzavano azioni terapeutiche attivando i loro cristalli o comunicando
con la loro musica un’esperienza di armonia propria del Silenzio interiore, in grado
di suscitare benessere e conoscenza. Sempre attraverso la Nah-sinnar, riuscivano
anche a creare le “kels”, creature mitiche semi-viventi costituite dalla permanenza
del suono vibratorio.
Gli antichi sciamani impiegavano essenzialmente le kels come propri aiutanti magici
al fine di difendersi dalle forze occulte che potevano aggredirli, ma se ne servivano
anche per attuare azioni terapeutiche verso individui lontani o le utilizzavano come
messaggeri nei sogni. Non disdegnavano, all’occorrenza, di usarle per osservare le
mosse dei propri avversari oppure, come nel caso delle pratiche aborigene ancora
oggi in uso, per neutralizzarli.
Creature artificiali basate sulla proprietà vibrazionale del suono, realizzate sullo
stesso principio menzionato dalla tradizione ebraica che narra del “Golem”, la
178