Page 32 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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Federico, nel 1239, ingiunse al giustiziere di Messina di inter-
venire contro i lupi e le volpi, presenti "in maxima quantitate"
nei monti sopra Milazzo ("in parco nostro Melatii") e causa
prima della "distruzione" degli "animalia parvula" da caccia in
quel luogo.
Ordinò di spargere "polvere contra lupos" e di operare in
modo "quod lupi et vulpes destruantur omnino et animalia
parvula multiplicentur uberius ac devastari non
possint" (Historia diplomatica, V, p. 450). E si occupava
anche dell'allevamento dei suini in "forestis nostris" sui monti
messinesi (ibid., p. 812).
Le più antiche e maggiori vie di comunicazione di impianto
bizantino e romano, come quella che da Palermo conduceva
fino a Messina inoltrandosi per i monti delle Madonie e dei
Nebrodi, non scomparvero durante il Medioevo. Ma l'utiliz-
zazione delle vie d'acqua, del cabotaggio in particolare, per
più rapidi e sicuri collegamenti, riduceva di molto l'impor-
tanza delle antiche strade di collegamento. Tanto più a causa
della loro difficile o impossibile utilizzazione per i collega-
menti fra aree costiere e centri interni. Per questo, i secoli me-
dievali erano tempo in Sicilia di maggiore impiego dei muli e
dei bordonari che collegavano ogni luogo, andando per le
"trazzere" nelle campagne o procedendo per i sentieri lungo i
pendii dei valloni fra i monti. Peraltro, più degli interventi
pubblici, che non mancavano ma erano frammentari e provo-
cati da necessità contingenti, valevano gli interventi seppure
circoscritti e interessati dei signori ecclesiastici.
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