Page 37 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
P. 37

beni ecclesiastici.
          Nell'estate 1221 iniziò la lotta contro i villani musulmani la
          cui  ribellione,  per  Federico  II,  "regni  nostri  tranquillitatem

          perturbat". Essa costituiva un inaccettabile disconoscimento,
          oltre che un ostacolo al progetto di riequilibrio degli insedia-
          menti nella regione agraria, nella quale l'occidentale Vallo di
          Mazara delle dure terre seminative era sempre più povero di
          uomini e di braccia da lavoro in confronto al Val di Noto.

          Nell'anno successivo Federico espugnò una prima volta l'ar-
          roccata Giato e catturò uno dei capi della ribellione. Nel 1224
          inviò anche una spedizione contro Malta, da dove pare venis-
          sero sostegni ai musulmani di Sicilia.

          Ma  quella  prima  campagna  militare  doveva  continuare  con
          diverse operazioni fino al 1225, fra difficoltà materiali d'azi-

          one in zone aspre o per i monti in cui i ribelli si rifugiavano
          (come Giato  ed Entella) e molto  dispendio  di  forze (Amari,
          1933, p. 630).

          Federico attuò anche una spedizione contro le isole nordafri-
          cane dove i ribelli siciliani avevano collegamenti, mentre pro-
          cedette  al  trasferimento  fuori  dall'isola  di  quanti  musulmani
          riusciva a catturare. Nel 1224 trasferì a Lucera un primo con-
          tingente di più di quindicimila musulmani, compresi donne e

          bambini, costretti ad arrendersi per fame (Ignoti monachi Cis-
          terciensis, 1888, a. 1224).
          La  repressione  delle  ribellioni  doveva  concludersi  quando
          Federico  era  lontano  dall'isola,  nel  1246.  Allora  la  presenza


                                          37
   32   33   34   35   36   37   38   39   40   41   42