Page 36 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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tiva di debolezza della proprietà per il calo delle colture esten-
sive oltre a quelle selettive (come il cotone prodotto ancora
nel pieno sec. XII). Più grave risultava la perdita di uomini e
di lavoro per i signori ecclesiastici. Nelle terre della Chiesa di
Monreale la fuga di villani apparve nel 1222 causa prima del
calo demografico. Nelle terre della Chiesa di Cefalù, lamenta-
vano poi gli stessi ecclesiastici, molti dei numerosi villani si
disperdevano "per la negligenza dei prelati, per le sacrileghe
usurpazioni dei potenti, per la mutazione di potere e per i dis-
crimini delle guerre, acquistavano la libertà, alcuni si davano
alla vita ecclesiastica, altri alla vita militare" (Peri, 1993, p.
80).
Ma la Chiesa di Agrigento perse molti dei propri villani
"propter bellum Saracenorum et propter amissionem vil-
lanorum", dei quali "Federico imperatore spogliava la Chiesa
per trasferirli di forza in Puglia" (Collura, 1961, p. 154).
Anche per questo continuava ad attuarsi il programma di colo-
nizzazione della regione agraria e, insieme, di nuova latiniz-
zazione, di avanzata della componente latina, cioè cristiana, in
confronto a quella islamica. Nella prima metà del Duecento,
quando il sistema del villanaggio non era più conveniente e
praticabile, si diffuse il sistema dell'enfiteusi, che prevedeva
la concessione di un bene a lunga scadenza, almeno ventinove
anni, dietro la corresponsione di un censo annuale basso ma
necessario a conferma di una concessione e del diritto di pro-
prietà innanzi a quello di possesso. La concessione enfiteutica
permetteva di aggirare il divieto canonico di alienazione dei
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