Page 39 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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Castellammare del Golfo, a Scopello, che apparve loro troppo
aspro, per cui furono condotti a Corleone, ove "nomine et
causa hospitacionis" ricevettero in proprietà privata
(burgensatica, come si diceva nell'isola) spazi edificabili e
lotti di terra "pro suo labore" (Historia diplomatica, V, p.
138). Venivano "de partibus Lombardie", che, secondo la de-
scrizione di al-Idrīsī, il geografo musulmano al servizio di re
Ruggero II, comprendeva l'area della penisola che da Genova
e dalla Liguria si estendeva fino a Torino, da un lato, e fino a
Pavia, dall'altro lato.
Anche gli ebrei erano ben accolti, nonostante le norme restrit-
tive ispirate nei loro confronti da ragioni politiche e
ideologiche.
Come avvenne nel 1221, quando le deliberazioni del IV con-
cilio lateranense mossero Federico a imporre agli ebrei di seg-
nalare pubblicamente la loro appartenenza applicando un
segno distintivo sugli abiti ("ut in differentia vestium et gesto-
rum a Christianis discernantur"). Ma nelle Costituzioni del
1231 non vi è più traccia della legge del 1221. Peraltro, gli
ebrei, così come i musulmani isolani, fruivano come ogni sud-
dito cristiano della tutela regia (la "defensa"), per la quale
ogni offesa alla persona e al patrimonio privato era da consid-
erare, e da punire, come delitto di lesa maestà (Die Konstitu-
tionen, 1973, I, 18).
Così, nel 1239, Federico si interessava direttamente a dare
ospitalità agli ebrei che giungevano dall'Africa settentrionale,
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