Page 44 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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Questo faceva, ad esempio, ancora nel 1220, l'arcivescovo di
Messina con i nuovi coloni attratti dalla Calabria che voleva
stabilire nella campagne di Larderia (ibid.). Ancora alla fine
della età sveva, alcuni nuovi abitatori di Corleone ottenevano
in concessione dalla Curia regia dei lotti di terra "pro faci-
endis domibus".
Anche per questo doveva diffondersi il sistema delle conces-
sioni di terra a censuatari: Federico favoriva la cessione dei
terreni demaniali e ne regolamentava il sistema, in modo da
poterlo incrementare.
Nel 1244 ordinava di applicarlo per tutte le terre demaniali
dell'isola, che voleva concesse "ad certum annuum redditum
censualiter et perpetuo" (Acta Imperii inedita, I, p. 561). Ma
dichiarava nulle (1247) le cessioni enfiteutiche di terra com-
presa in domini signorili, perché le giudicava in contrasto con
"jus et proprietas feudi" (Sorrenti, 1984, p. 16). La cessione in
enfiteusi era utilizzata soprattutto per bonificare ("ad pasti-
nandum") o migliorare ("ad meliorandum") i terreni meno
generosi, le sodaglie da dissodare (le cosiddette "xare" o
"sciare").
Nel tempo di Federico all'enfiteusi facevano ricorso anche i
titolari di domini signorili. Ma Federico annullò quelle con-
cessioni, che giudicava in contrasto con i diritti di "jus et pro-
prietas feudi", mentre autorizzò e sostenne i negozi "ad certam
partem fructuum" (1247).
La concessione enfiteutica con la possibilità di vendere poi il
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