Page 45 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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terreno (o la casa) a un nuovo enfiteuta, la concessione di ter-
reni da bonificare o valorizzare e poi da spartire fra antico
proprietario e conduttore, erano nuovi canali di avanzata della
minore libera proprietà, dei beni cosiddetti burgensatici, e
dell'avanzata della borghesia.
Si diffuse il sistema delle concessioni a censo e si diffusero
anche le concessioni in gabella di terra, dapprima di appez-
zamenti ma poi anche di parti di feudi o di feudi interi o di
casali di signori sia ecclesiastici che laici. In città come
Messina, Palermo, Agrigento, titolari di queste maggiori
gabelle erano milites titolari di minori feudi, abbienti profes-
sionisti, ufficiali cittadini, i quali investivano capitali e ingag-
giavano dei "coloni" per il lavoro agrario (Peri, 1993, p. 73).
Dagli anni Quaranta del Duecento si diffuse il negozio di
gabella, prescelto dai proprietari di fondi rurali nel territorio
urbano da migliorare "ad modicum tempus et ad certam par-
tem fructuum", che i gabelloti dovevano corrispondere ai pro-
prietari. Quei gabelloti erano per molta parte proprietari e
conduttori diretti di vigneti e arboreti nel territorio urbano e
pure braccianti che si ponevano al servizio salariato di terzi.
I vigneti si infittivano e ampliavano nelle campagne prossime
ai centri abitati, nei quali il vino di basso tasso alcolico era la
bevanda che sostituiva per molta parte l'acqua raccolta nei
pozzi, poco gradevole e poco sicura. Perciò, la vigna era una
coltura promossa dai maggiori e minori proprietari, dai grandi
e abbienti nobili, i quali volevano dotare di una sempre fornita
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