Page 143 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 143
IL CIELO C’E’
«Potrebbe spostarmi un poco il letto, verso la finestra?».
C’era molto da fare, in ospedale.
Il personale correva da una parte all’altra.
C’erano «quelli del Covid», come li chiamava lui.
«Gli ultimi arrivati».
L’uomo sospirava. Fino all’esplosione della pandemia, c’era
una quiete silenziosa, in quel reparto.
Si moriva con tranquillità.
Erano tutte persone anziane, messe lì dai familiari, in attesa
che arrivasse l’ultimo giorno.
Era inevitabile. Era il corso della vita.
Lui, il più giovane di tutti, era entrato come “terminale”.
La aveva sentito bene, quella parola, mentre lo portavano den-
tro, sulla barella. Bisbigliavano, certo. Solo che l’udito era
una delle poche cose buone che gli fossero rimaste,
«Sono terminale», si era detto, predisponendosi all’addio.
E invece no. Mesi dopo, era ancora lì. E percepiva una sorta
di imbarazzo, mentre gli rifacevano il letto. Non erano abituati
alle lunghe permanenze, in quel reparto. Di norma la gente se
143