Page 147 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Questione di prospettive – si diceva – se parti pensando di
          fare una grande pesca, e torni con una cesta di pesce, sei de-
          luso. Se parti convinto che andrà male, e torni con la stessa
          cesta di pesce, sei felice come un matto».

          Essendo  entrato  lì  dentro  con  l’aspettativa  di  morire  subito,
          ogni  giorno  conquistato  era  qualcosa  di  speciale.  Tanto  che
          Remo, per la prima volta, si era attaccato alla vita.

          «Potrebbe spostarmi un poco il letto, verso la finestra?».

          Provava sempre, a chiederlo, ma tant’è, non riceveva risposta.
          Già prima del virus, il personale gli sorrideva appena, dicen-

          dogli  che  «ci  avrebbe  provato»,  appena  avesse  avuto  un
          minuto di tempo libero. Dopo l’esplosione del contagio, erano
          diventati tutti stanchi, nervosi, agitati.

          Forse  nemmeno  lo  sentivano,  tutti  bardati  com’erano.
          Remo continuava a chiedere, a chiedere, ma senza protestare.
          Lo diceva quasi sotto voce, per non dare fastidio. E si aspet-
          tava, ogni volta, soltanto silenzio.

          Gli sguardi dei medici, degli infermieri, erano cambiati. Erano
          tutti molto più tristi. Costretti dentro gli scafandri, respiravano
          male.  Portavano  addosso  un  peso  materiale  e  morale  che  li
          schiacciava,  li  comprimeva.  A  Remo  pareva  proprio  che  si
          consumassero,  giorno dopo giorno, che diventassero sempre

          più piccoli, sempre più fragili. Provava un senso di compas-
          sione, per loro. Non si fermavano più, a scambiare due parole.
          Non raccontavano più dei propri figli, delle giornate di sole,

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