Page 152 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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piedi, che scivolavano via senza più forza. Era caduto e rica-
duto. Si accasciava sul pavimento, rimaneva lì. Eppure non
piangeva. Si aggrappava alle lenzuola, si risollevava. Piom-
bava esausto sul materasso. E appena recuperata un minimo di
forza, ricominciava.
Era solo un vecchio uomo di mare, un mucchietto d’ossa. Ep-
pure gli pareva di essere un eroe, protagonista di una missione
epica, di quelle che si tramandano per generazioni. Non aveva
più chiesto che gli spostassero il letto. Il suo timore, era che
qualcuno si accorgesse che la sua nave stava scivolando verso
la libertà. Stava zitto zitto. Non diceva niente. E sorrideva,
gentile, quando gli portavano il pasto. «Non mi serve niente,
no…». «Sto bene, grazie». «Ora mi metto a riposare…».
Non appena la porta si chiudeva, tornava a far scivolare fuori i
piedi, per ricominciare a spingere. E una mattina aveva per-
fino versato qualche goccia d’olio, sotto le ruote, per farlo an-
dare un po’ più veloce. Doveva fare presto, perché il giorno
dopo sarebbero tornate le signore delle pulizie. E avrebbero
senz’altro rimesso tutto a posto.
Gli restava solo quella lunga giornata, per tentare il tutto per
tutto. E, per portarsi avanti, aveva chiesto all’infermiera se
cortesemente potesse spostare la finestra dall’altra parte. Presa
com’era da ben altre preoccupazioni, la donna lo aveva fatto e
basta. E adesso, fra il letto e la finestra, non c’erano più osta-
coli. Restavano solo pochi centimetri.
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