Page 155 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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Si  rese  conto  di  essere  rimasto  incastrato,  le  gambe  sotto  il
          resto del corpo, le braccia abbandonate ai fianchi. Non poteva
          più muoversi. Non poteva chiamare nessuno.

          «Non importa – si disse – non importa. Qui, adesso, io posso
          soltanto  essere  felice.  Sono  arrivato  alla  finestra».
          Il  cielo  gli  sembrava  il  mare.  Sentiva  il  rumore  delle  onde,
          sentiva     quell’acqua     gentile,    che     tintinnava.
          Immaginava  di  navigare,  lassù,  in  alto,  e  di  guardare  per  la
          prima  volta  il  mondo  da  una  prospettiva  diversa.  L’amico

          gabbiano era lì accanto. Era lui, questa volta, a guidarlo. C’era
          un bel caldo. Il sole era vicino, ma non bruciava. Era tutto as-
          solutamente perfetto.

          Quando l’infermiera di  turno fece il giro delle stanze, trovò
          Remo accoccolato in terra, in bagno.

          L’acqua era aperta, scrosciava nel lavandino.
          L’uomo era svenuto, mentre raggiungeva il bagno.

          Era caduto, sbattendo contro il radiatore.

          Doveva essere mancato da una mezz’ora.

          Il letto era perfettamente al suo posto.

          «Pover’uomo – sussurrò l’infermiera, commossa – in fondo è
          morto come desiderava, libero, provando a dimostrare la sua
          autosufficienza. Non avrebbe avuto alcuna possibilità di sal-
          varsi.

          Non  era  virus,  ma  poco  cambia,  purtroppo».

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