Page 159 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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sentiva felice. I pochi corteggiatori che l’avevano avvicinata,
erano tutti «onestamente distanti dalle mie inclinazioni». E lei
li aveva congedati, con gentilezza, senza rimpianti. E quando
aveva cominciato a lavorare, conquistando l’indipendenza
economica dai genitori, molto anziani, aveva stabilito che il
suo scopo era raggiunto.
Si era chiusa il cuore a chiave. Si bastava. Si stimava. E aveva
continuato a vivere, seguendo tutti i giorni lo stesso itinerario,
facendo tutti i giorni gli stessi gesti, mangiando alla stessa
ora, andando a dormire con lo stesso rituale. Era molto ras-
sicurante. La sua tisana della sera, prima del telegiornale. Poi
una lettura, per appagare la mente. E via così, sempre con la
sveglia puntata alle 7 della mattina.
Era rimasta, per tutti, “la signorina”. Tingeva ancora i capelli
di biondo. Li pettinava in modo vaporoso, come usava una
volta. E prima di uscire di casa, controllava che tutto fosse a
posto. Colori in tinta, collanina con il ciondolo al centro,
gonna ben sistemata, con la cerniera sul fianco. Aveva una
precisione invidiabile, nel conservare i suoi vestiti. Ciascuno
era abbinato ad un altro, in un incastro perfetto. Aveva anche i
foulard delle tonalità adeguate, in caso di vento. E qualche
volta si metteva a conversare con se stessa, mentre piegava i
maglioncini e sistemava le camicette sulle grucce.
«E questa gonna la teniamo ancora?»
«Ma sì, dai, magari capiterà l’occasione».
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