Page 153 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Coraggio, Remo. Coraggio». Sapeva che per chiunque altro,
per una persona in normali condizioni di salute, sarebbe stata
un’operazione semplicissima. Solo che lui era “terminale”. E
questo complicava tutto. Tuttavia, avendo fatto spostare la
sedia dall’altro lato del letto, poteva contare sulla possibilità
di sedersi, e di spingere da seduto. Ed era convinto che
quell’ultima fatica gli avrebbe consentito di raggiungere il
risultato.
Era così emozionato da tremare tutto. Gli si era annebbiata la
vista. «Non morire ora, Remo, non farmi questo», si disse,
passandosi le mani sugli occhi. «Se raggiungiamo la finestra,
cambierà tutto, non morirai più…».
Pensò che sarebbe stato meglio concentrare tutte le forze in un
unico scatto. Accovacciato su quella sedia, gli pareva di
essere un imperatore sul trono, un fantino su un cavallo di
razza, un astronauta, un corridore di formula uno. Era soltanto
uno straccetto d’uomo, ma non contava più.
Contava solo quello che si sentiva di essere.
Strinse le mani ai lati della sedia. Raccolse le gambe verso il
petto, stringendosi come una molla. Contò fino a tre. E al mo-
mento stabilito si scagliò contro quel letto, con tutta la forza
che aveva nell’anima, prima ancora che nel corpo.
Funzionò. Ricadde alla rovescia, con la testa al posto dei
piedi, ed i piedi verso il cuscino. Il letto aveva fatto un balzo,
come un saltello, come una ballerina sulle punte. Era ricaduto
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