Page 146 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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e di segnare i nomi dei compagni che non fossero rimasti ben
seduti al proprio posto.
Remo non si faceva comprare.
C’erano alcuni suoi compagni che consentivano a tutti di al-
zarsi e chiacchierare, mentendo poi con la maestra, al suo ri-
torno. «Tutti bravi, tutti bravissimi…».
Remo no. Quando toccava a lui, nessuno fiatava.
Era perfino contento, se qualcuno lo sfidava.
Lo piazzava subito nella lista dei cattivi, con il gesso.
E la maestra lo ringraziava.
«Quando ci sei tu, nessuno parla. Bravo. Quando ci sono i
tuoi compagni, invece, si scatena l’inferno».
Remo era contento, perché tanto non succedeva niente.
Il nome del “cattivo” di turno veniva cancellato. E i suoi com-
pagni, alla fine, non se la prendevano più di tanto. Perché nes-
suno pagava le conseguenze.
I familiari dei ricoverati, non avevano per lui alcun segreto.
Così come il personale. Conosceva perfettamente tutte le in-
clinazioni dell’anima, sia dei medici che degli infermieri. Per-
fino delle operatrici sanitarie, che cambiavano spesso.
Il suo insolito destino di osservatore, gli lasciava tanto tempo,
per analizzare gli sguardi. E quel girone infernale, in cui si
respirava soltanto dolore, era diventato per lui un libro aperto,
in cui, tutto sommato, stava bene.
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