Page 165 - Il Decamerone Moderno Vol. II
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«Com’è assurdo – pensava – il virus che uccide soffocando,
          mi ha liberato dal mio quotidiano soffocare, mi ha restituito la
          bellissima sensazione di poter respirare».

          E  proprio  grazie  a  quel  temutissimo  virus,  dopo  tanti  anni,
          aveva ricominciato a pensare a se stessa come ad una barca
          ancora  in  grado  di  navigare.  La  meraviglia  della  natura  le
          aveva restituito energia. Una mattina, era riuscita a vedere una
          fila di anatroccoli. E si era detta che sarebbe stato bello, avere
          tutto il mare davanti alla finestra, e magari anche una spiag-

          gia,  in  cui  andare  a  passeggiare  a  piedi  nudi.  Sarebbe  stato
          bello  scendere  le  scale  e  cercare  le  conchiglie,  guardando  i
          gabbiani in cielo e i delfini che nuotavano in mare. Sarebbe
          stato fantastico, liberarsi degli uomini e delle loro macchine.
          Forse era un pensiero egoista, ma in quei giorni, grazie al vi-
          rus, era proprio così. Senza la presenza degli esseri umani, il
          mondo era straordinariamente più felice e più pulito. E anche

          Rina aveva ritrovato la voglia di uscire. Ed era strano, sentire
          di dover ringraziare un’epidemia, per essere riuscita a far fer-
          mare la frenesia di un pianeta lanciato in corsa verso la sua
          distruzione.

          Non  voleva  mancare  di  rispetto  al  dolore,  alle  vittime,  alle
          famiglie private dei propri cari. Capiva bene che il virus era
          cattivo. E si sentiva perfino in colpa, per il senso di sollievo
          che finalmente provava, aprendo la finestra. Era però, un dato
          di fatto. Era come sentire di aver sconfitto una lunga tormen-

          tata  malattia.  E  dopo  tantissimi  giorni  di  isolamento,  intere

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