Page 171 - Il Decamerone Moderno Vol. II
P. 171

dovuto perdere. E questo stato di gioia superava la sofferenza
          per la sorte degli altri.
          Il ragazzo non riusciva a togliersi dalla testa i volti di quelle

          persone  di  tante  nazionalità  diverse,  che  si  erano  trovate  in
          mezzo a quell’inferno.

          Non poteva dirsi in amicizia con tutti, no, erano tantissimi, ma
          un  legame  c’era.  Stare  tutti  insieme  su  una  di  quelle  città
          galleggianti,  originava  una  sorta  di  comunità.  I  nomi  passa-
          vano, gli equipaggi cambiavano, ma chi faceva quel mestiere
          di professione, finiva per incrociare di nuovo le stesse persone
          che aveva già conosciuto.

          «Erano a bordo, senza alcuna possibilità di fare un tampone,
          di sapere se fossero positivi o no. E senza alcuna possibilità di
          scappare. Non potevano scendere. Non li facevano nemmeno

          attraccare…».
          La ragazza aveva iniziato a non rispondere.

          Quando lui cominciava con la litania, appoggiava il telefonino
          sul tavolino da toeletta, e iniziava a pettinarsi. Provava nuove

          acconciature.  La  noia,  in  quei  giorni,  era  tremenda.  Fuori
          c’era un bellissimo sole. Il suo modo di affrontare e combat-
          tere  la  paura  e  la  frustrazione  dell’isolamento,  era  quello  di
          pensare soltanto alle cose belle. Era la sua difesa. Senza virus,
          avrebbero potuto andare al mare, sulla spiaggia.

          Invece  erano  lì,  inchiodati.  Lei  si  era  vista  rimandare  gli
          esami, all’università, perché i professori non si erano ancora

                                       171
   166   167   168   169   170   171   172   173   174   175   176