Page 141 - Lezioni di Mitologia;
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             Scosse le spade: tacerà la tromba
             Di guerra,  e canterai tu solo Imene,
             E sparse intorno   al mio  felice letto
             Giaceran l'armi: ma la quarta volta
             Odo lo squillo del vicino giorno
             Nunzio, e nel mare cadono     gli stanchi
             Astri: provar  ti voglio, o caro sonno,
             E  ai  scorni chiederò del mio  diletto.
             Vieni agli stanchi lumi ombra benigna.     —
             Disse,  e a quiete incerta alfin permette
             Le membra, e dorme a nuove furie in braccio
             Vesta, tutela dell'Iliaco foco,
             Nutre la colpa, e fiamma a fiamma aggiunge.
             Precipita Tarpea, qual col reciso
             Petto sen balza l'amazzonia schiera
             Sul Termodonte.   Il giorno era che a Pale
             L'ebra turba consacra inni e conviti,
             E sopra  i mucchi dell'acceso fieno
             Volar gli immondi    cibi. Ozi decreta
             Romolo alle sue schiere: è muto     il campo.
             Coglie  il tempo Tarpea: già nell'ostili
             Tende penetra: qui del monte insegna
             L'ignoto calle, e col fatai nemico
             Lega la fede dell'iniquo patto.
             Tazio non tardo,   i vigilanti cani
             Occupa colla spada: è tutto al sonno
             In preda.     Giove, per la tua vendetta
             Vegli tu solo! Avea Tarpea tradito
             La sicurtà delle fidate porte,
             E la patria cadente, e   fisso  il giorno
             Alle nozze sperate: onor non diede
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