Page 154 - Lezioni di Mitologia;
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                     Brillan  sugali occhi. Ai lusino'hieri sensi.
                     All'atto umile, alla piacevol voce,
                     Ai cari vezzi già l'arcana forza
                     Dell' arnese di Venere serpeggia
                     Soavemente a Giove in sen; già tutta
                     La trascorre con l'occhio e in   lei si pasce.
                     Per man la prende,    e:  Sì,  dice, vincesti,
                     Tuo ritorno, son tuo: che ignota forza
                     Esce da  te, dai detti tuoi! qual nova
                     Spezie di bello in te risplende, e tutto
                     M'empie lo spirto e   '1 cor! No dea, no donna
                     Non fu giammai, che con     sì cara e degna
                     Seduzion mi risvegliasse in petto
                     Così tenero amor. — Scherzi, riprese
                     Sospirosetta con sogghigno accorto,
                     Scherzi o t'infinofi: e che? t'uscir di mente
                     La candida Latona, e Cerer bionda,
                     Semole, Alcmena, e Leda, e Danae, e...? — Taci,
                     L'interruppe commosso, a che richiami
                     Obliate memorie? oh fossi ognora
                     Stata qual  sei, che dal tuo sen divelto
                    Altro mai non m'avria. Non rinfacciarmi
                     Terreni  affetti: al solo ben del mondo
                     Dati fur quegli amplessi, onde temprasse
                    Divino seme de' mortali   i danni
                     Con celesti virtù: la terra a questi
                    Deve Alcide, e Polluce, e Perseo, e Bacco,
                    Veraci eroi che di tiranni e mostri
                     Purgar cittadi e disertar foreste.
                     Ma ciò già fu;   te mia compagna e sposa
                     Volle  il destin: sopra ogni dea t'esalta
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