Page 149 - Lezioni di Mitologia;
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miamo etrusco. Questi caratteri ci danno il tempo
di questa scultura per molto remoto, e per quello
appunto, in cui l'arte essendo giunta sotto Prassi-
tele alla maggior perfezione, conservava ancora
qualche traccia della maniera più antica che l'a-
vea preceduta, come appunto nelle pitture di Raf-
faello si ravvisano talvolta i vestigi delle maniere
usate nelle scuole dei più abili quattrocentisti. Né
meno che per la scultura è osservabile questo marmo
nobilissimo per ciò che può avere relazione alle
antiche costumanze. Notabile è l'ornamento del capo
gentilmente ripiegato al dinanzi. Questa specie di
corone, dette volgarmente diademi, erano appunto
di quelle usate dalle donne greche, chiamate (TTsyavat,
e coronce dai Latini. Il nome però più particolare
di queste si fatte, che sorgono verso il mezzo e
vanno decrescendo nei lati, ci è stato conservato
da Polluce, e più precisamente da Eustazio, che
così lo descrive. — Dicono gli antichi che la sfen-
clone è un ornamento femminile, così detto per la
similitudine colla fionda da lanciare, perchè an-
ch'esso è largo nel mezzo, o nella parte che resta
sopra la fronte, più stretto e sottile verso le estre-
mità, per le quali si lega dietro la testa. — La
esatta descrizione di un ornato che si vede sul
capo di tante statue e busti muliebri, senz'essere
mai stato bastantemente illustrato, mi è sembrato
meritare un poco di riflessione. Lo meritano an-
cora le crespe della tonaca, e il lembo della so-
praveste, su cui si scorge un riporto aggiuntovi
per abbellimento. Le prime tto).!^:; dai Greci appai-
NiocoLiNi. Lez. di.Mlt. ecc. 18