Page 159 - Lezioni di Mitologia;
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Lacinia, e santo a tutti i popoli era il suo tempio:
e Fulvio Censore che lo scemò di marmi per ornar
il tempio della Fortuna Equestre, volle l'antica su-
perstizione che colla morte de' suoi figli fosse della
sacrilega rapina punito.
Giunone Caprivora fu adorata dai Lacedemoni,
e Pausania vuole che l'uso di sacrificarle quell'a-
nimale fosse stabilito da Ercole, quando dopo aver
pugnato con Ippocoonte ed i suoi figli, volle ono-
rare la dea, che favorevole gli era stata.
Samia ed Argiva fu detta dalle due greche città,
che vi accennai disputarsi la gloria di esser patria.
La statua della dea che in Argo amruiravasi, era
opera di Policleto, composta di avorio ed oro, come
il Giove Olimpico ed altri simulacri. Sedeva coro-
nata sopra un soglio circondato dalle Grazie e dal-
l'Ore, di maravigiioso lavoro. Avea in una mano
un pomo, e lo scettro nell'altra.
Simile effìgie, nata dalla stessa mano famosa, era
nel tempio di Giunone detta Prosimna dal nome di
una sua nutrice.
Giunone Citeronia commemora Plutarco nella vita
di Aristide.
Di Telchinia, così detta dai Telchini, che primi
fecero le statue dei numi, favella Diodoro.
Eccovi tessuta la serie dei nomi più illustri. Ra-
gionar degli altri sarebbe inutile e noioso. Aggiun-
gerò la descrizione che Visconti nel Museo Pio
dementino dà di due statue di Giunone velata, e
di Giunone lattante. Udirete, ch'egli porta opinione
che il fanciullo, il quale è nelle braccia della se-