Page 246 - Lezioni di Mitologia;
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stro compatimento, ho tradotto, quanto il più bello
dei numi fosse nel suo primo amore sventurato.
DAFNE.
Fu Dafne a Febo il primo amor, che diede
Non sorte ignara, ma il furor di un nume
Iva superbo del domato mostro.
Quando mirò curvar l'arco a Cupido,
E disse: Colle forti armi che tenti,
Fanciul lascivo? ai nostri omeri solo
Questa gloria convieni teme il nemico,
Temon le fere l'infallibil dardo
Di me, ch'or dianzi sul Piton, che mille
Campi ascondea con spazioso giro,
Votai della faretra il peso immenso.
Con la tua face le concesse cure,
Ignote a me, sii d'irritar contento,
E non usurpa le mie lodi. -— Amore
Così rispose: Il tuo strale trafìgga
Tutto, io te ferirò: mia gloria avanza
La tua, quanto agli Dei cedono i mostri. —
Così disse, e stridea l'aer diviso
Dalle rapide penne: il voi rattiene
Sull'ombroso Parnaso, e li due strali
Dalla faretra liberò: di piombo
È l'uno, d'oro l'altro, ed hanno effetto
Contrario; il primo all'odio, ed all'amore
Desta il secondo: per la sua vendetta
Ambo gli sceglie, e col primiero Apollo
Fere, e Dafne con l'altro. Ama lo dio
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