Page 250 - Lezioni di Mitologia;
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                    Che fugge   i baci. In questi accenti  il nume
                    Sciolse la voce alfin: Se a me consorte
                    Esser non puoi, l'albero mio sarai.
                    Colle tue frondi, la mia chioma, l'arco
                    E la cetra ornerò; dei    lieti duci
                    L'onor sarai quando    le lunghe pompe
                    Vedran sul Campidoglio, e     i  lieti evviva
                    Del romano trionfo. E tu custode
                    Fida starai presso l'auguste porte
                    Tutela del sacrato arbor di Giove.
                    Fia teco  il vanto di perpetue frondi,
                    Sicome regna gioventude eterna
                    Nell'intonso mio capo. — Eran d'Apollo
                    Tali gli accenti: coi novelli rami
                    Il suo lauro acconsente, e quasi capo
                    Scosse l'onor della frondosa cima,
                    Raro dono al Poeta, e che di Giove
                    E del fulmine suo    l'ire prescrive.
                                            Ovidio Metamorf., lib.  i.
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