Page 29 - Lezioni di Mitologia;
P. 29
17
riporteremo solamente che dagli Egiziani era ado-
rata fra l'altre una certa divinità detta Neph, da
cui era opinione di alcuno che fosse formata la
macchina del mondo. Questa era simboleggiata nel
sembiante di un uomo di color celeste, che avea
nelle mani una cintura ed uno scettro, sulla testa
un maestoso pennacchio, dalla bocca gli usciva un
ove da cui si schiudeva un altro iddio detto Phta,
il quale forse è lo stesso che il Vulcano dei Greci.
11 senso degli espressi simboli così dichiaravasi.
Le piume onde va coperta additavano la sua in-
visibil natura, il supremo dominio delle cose, la
spiritualità dei suoi moti. Nell'evo era simboleggiato
l'universo. Eppure, sotto la forma di serpente col
capo di sparviere, è sentimento di alcuni che fosse
da loro Iddio ancora adorato. Se questo apriva gli
occhi, l'universo si erapiva di luce; le tenebre oc-
cupavano tutte le cose se li chiudeva.
Percorsa la teogonia e dei Fenicj e degli Egizj,
ragion vuole che quella dei Greci si discorra, che
da ambedue queste nazioni riceverono parte della
loro religione e dei loro costumi.
Orfeo, che molte cerimonie relio'iose istituì colla
divinità dei suoi versi , viene accusato per alcuni
di avere a suo capriccio inventati i nomi degli Dei
e confusa la loro genealogia. Altri, al contrario, lo
difendono da tanto rimprovero, asserendo che di Dìo
ebbe idee più giuste di ogni altro pagano. Orazio,
infatti, lo chiama interprete degli Dei e correggi-
tore dei guasti costumi dei mortali; e se fede si
dasse al compendio che Timoteo fece della cosmo-
N'.ccdlin:. Lez. di Mlt. ecc. 3