Page 35 - Lezioni di Mitologia;
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         sostenere coi forti omeri  il Cielo nel paese dell'E-
         speridi, e sul Caucaso incatenò Prometeo, le di cui
         interiora  rinascevano  alla pena  sotto  il rostro di
         un avvoltoio.
           Dopo la guerra contro Saturno e contro     i Titani,
         Giove, avendoli vinti, gli confinò tanto sotto terra
         quanto  il  Cielo dalla Terra è distante, e die loro
         per custodi Cotto, Gige e Briareo, onde erra Banier
         che sembra creder questi confinati in pena, giacché
         come avremo    luogo di vedere, stettero   nella bat-
         taglia dei Titani dalla  parte  di Giove.  Si  unì la
         Terra col Tartaro, volendo vendicare   i Titani, e ge-
         nerò l'ultimo e  il più terribile dei suoi figli. Tifone,
         dalle di cui spalle  nascevano   cento  teste  di  ser-
         pente. Pericolava  il Cielo; Giove stava in forse del
         suo trono; ma rimediò    alla comune paura l'arme
         per cui trionfò dei  fratelli  di questo, il fulmine, col
         quale lo precipitò nel Tartaro   profondo.
           Origine  dal fulminato   gigante ebbero    i Venti,
         tranne Noto, Borea,   Zeffiro,  figli  dei numi. Giove
         possessore tranquillo dell'Olimpo, sposò Meti, dea
         fra tutte sapientissima; e questa era per dare alla
         luce  Minerva. Sapendo    il padre che   il  figlio,  il
         quale da  lei fosse nato, dominerebbe l'universo, di-
         vorò la madre e la prole. Sposò quindi Temi, che
         generò le Stagioni, Eunomia, Dice, Irene    ; e le tre
         Parche, nel che sembra Esiodo contradirsi, poiché
         innanzi le fa  figlie della  Notte. Natale Conti con-
         cilia questa difficoltà dicendo, che quando le Par-
         che rendevano ragione, figlie chiamavansi di Giove;
         allorché  il caso guidava le forbici fatali erano figlie
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