Page 35 - Lezioni di Mitologia;
P. 35
23
sostenere coi forti omeri il Cielo nel paese dell'E-
speridi, e sul Caucaso incatenò Prometeo, le di cui
interiora rinascevano alla pena sotto il rostro di
un avvoltoio.
Dopo la guerra contro Saturno e contro i Titani,
Giove, avendoli vinti, gli confinò tanto sotto terra
quanto il Cielo dalla Terra è distante, e die loro
per custodi Cotto, Gige e Briareo, onde erra Banier
che sembra creder questi confinati in pena, giacché
come avremo luogo di vedere, stettero nella bat-
taglia dei Titani dalla parte di Giove. Si unì la
Terra col Tartaro, volendo vendicare i Titani, e ge-
nerò l'ultimo e il più terribile dei suoi figli. Tifone,
dalle di cui spalle nascevano cento teste di ser-
pente. Pericolava il Cielo; Giove stava in forse del
suo trono; ma rimediò alla comune paura l'arme
per cui trionfò dei fratelli di questo, il fulmine, col
quale lo precipitò nel Tartaro profondo.
Origine dal fulminato gigante ebbero i Venti,
tranne Noto, Borea, Zeffiro, figli dei numi. Giove
possessore tranquillo dell'Olimpo, sposò Meti, dea
fra tutte sapientissima; e questa era per dare alla
luce Minerva. Sapendo il padre che il figlio, il
quale da lei fosse nato, dominerebbe l'universo, di-
vorò la madre e la prole. Sposò quindi Temi, che
generò le Stagioni, Eunomia, Dice, Irene ; e le tre
Parche, nel che sembra Esiodo contradirsi, poiché
innanzi le fa figlie della Notte. Natale Conti con-
cilia questa difficoltà dicendo, che quando le Par-
che rendevano ragione, figlie chiamavansi di Giove;
allorché il caso guidava le forbici fatali erano figlie