Page 511 - Lezioni di Mitologia;
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           Quindi è che fratello  di Lete lo disse con ragione
           Orfeo, che chiamò pure     quiete  dell'universo, e re
           degli uomini e degli Dei.
              In Omero    tutti  gli Dei cedono  al Sonno:   solo
           veglia Giove; con che quel principe dei poeti volle
           indicarci che coloro  i  quali presiedono  al  destino
           degli uomini dovrebbero    essere continuamente    vi-
           gilanti. In altro luogo àeìVIliade il Sonno risponde
           a Giunone ch'egli non avrebbe addormentato Giove,
           perchè, avendolo una    volta ardito, fu da   lui pre-
           cipitato nel mare, dove sarebbe perito, se la Notte
           domatrice degli uomini e degli Dei non lo      avesse
           salvato. Non vi è istoria né favola veruna che mo-
           stri esenti mai sempre    i grandi  dalle umane de-
           bolezze.
             Luciano descrive elegantemente nel secondo libro
           Vere istorie la favolosa città del Sonno. È situata,
           secondo quel faceto scrittore, in una vasta pianura
           circondata da una selva    di papaveri   grossi come
           alberi, e di mandragore: mille erbe che producono
           il sonno fioriscono sotto  le frondi, fra le quali vo-
           lano solamente   pipistrelli  , nottole  ed  altri  uccelli
           amici della notte. Scorre in mezzo alla città  il fiume
           della dimenticanza:  il suo corso è cheto,   e le sue
           acque sono simili  all'odio. Nasce da due fonti, che
           sgorgano   in  sconosciuto  loco. Uno    di  questi  si
           chiama   il Nero,  l'altro  Tutta-Notte. Nella   città
           sono due porte: uno    di corno lavorata con grande
           artifizio mostra  espresse  , come  in basso  rilievo
           tutte  le immagini che cadono nella fantasia di chi
           dorme. Nell'altra di avorio bianchissimo non sono
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