Page 534 - Lezioni di Mitologia;
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la notizia perfetta delle antiche superstizioni , che
con la potente arme del ridicolo ha combattute.
Quindi io considero Cibele e Rea come la stessa
divinità.
L' introduzione del culto di Cibele , o Rea , si
deve agli Ateniesi, che dopo aver bandito il Gallo
(così chiamavansi i sacerdoti della dea) che ap-
portò i misteri di lei , furono afflitti dalla fame.
Quindi per consiglio della sacerdotessa di Apollo
detta Pizia, placarono la dea ergendole un tempio
detto Metroo cioè della gran madre, che così Cibele
era chiamata.
Deve Tebe a Pindaro, il più grande fra i lirici
poeti, i principii della religione; il quale avendo
veduta con Olimpico, sonatore di flauto, la madre
degli dei che con fragore e lampi scendeva dal
cielo, eresse un santuario a lei e a Pane accanto
alla sua casa. Né in altro luogo la onorarono i
Tebani, dopo che, colpiti dalla novità, interrogarono
l'oracolo di Delfo, che rispose loro di alzare un
tempio alla Dea.
Roma nella guerra di Annibale chiese ad Attalo
re di Pessinunte nella Galazia il simulacro di Ci-
l)ele, che si credeva caduto dal cielo in terra, il
quale non era che una pietra grigia informe di me-
diocre grandezza. Fu incontrata la nave ricca di
tanto dono da immensa folla verso l' imboccatura
del Tevere. Narrano che non poteva essere spinta
più innanzi, e che Quinta Claudia donna d'illustre
famiglia, ma di contrastata onestà, chiedesse alla
dea di poter dar pubblica testimonianza dell' inno-