Page 535 - Lezioni di Mitologia;
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cenza dei suoi costumi. Dopo la preghiera afferrò
la fune in mezzo a una moltitudine , che invano
si affaticava, e trasse con picciolo sforzo la nave
nel porto.
L'idolo al suono di voci e strumenti fu lavato
da sacerdoti Frigii dove l'Aimone si perde nel Te-
vere: collocato dopo la lustrazione sopra un carro
da buoi, fece il suo ingresso in Roma per la porta
Capena. Avea prescritto l'oracolo che il migliore
dei Romani dovesse ricevere la dea. Il pubblico
consenso scelse Scipione Nasica ancor giovinetto ,
ed egli la fece deporre nel tempio Palatino della
Vittoria.
Quattordici anni dopo le fu dedicato un tempio
in forma di Tolo, o cupoletta, e la pietra di Pes-
sinunte che somigliava per la sua scabrosità una
testa umana, videsi sopraposta a guisa di volto
nella statua che ivi le fu eretta. Altro simulacro, nel
modo che l'avea dipinta Nicomaco, seduta sopra un
leone, miravasi fra i principali ornamenti della spina
del Circo.
Celebravansi alla dea in Roma ogni anno so-
lennità alla metà di Aprile , ed erano chiamate
megalesie, cioè feste della gran madre. Quando la
Repubblica stava , verun romano prese parte nel
culto di Cibele figlio della frigia mollezza. Col tempo
i patrizii e le matrone si associarono a così turpe
ministero.
La dea fu probabilmente scolpita da Fidia con
timpani in mano e con leoni a basso del trono ,
poiché nelle medaglie di genere così viene effigiata.