Page 573 - Lezioni di Mitologia;
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         tichi poeti e mitologi sei figurarono. Gli angui che
         gli avvincono  il triplice collo non sono omessi nelle
         più eleganti descrizioni che a noi sono pervenute.
            »  Quello che nel nostro simulacro interessa più
         di ogni altra cosa lo sguardo del sagace      conosci-
         tore  , è la perfetta somiglianza che ha con   le im-
         magini di Serapide. Sì   osservi  ,  fra  1' altre quella
         riportata dal Fahbretti  , e poi dal Cupero  , che in
         tutto confronta colla presente, ed è a basso rilievo
         su un'ara a Serapide dedicata. La Storia antica e
         la Mitologia rendono conto    di tal somiglianza.
            » Sappiamo dalla teologia pagana che     il dio dei
         morti  si chiamava Serapide     presse  gli  Egizii  ,  e
         dalla  Storia  apprendiamo   eh' ebbe  un tempio    in
         Menfi antichissimo, un    altro in Racòti, luogo ove
         fu edificata  Alessandria  ;  che incominciò appunto
         da questa epoca ad essere più conosciuto Serapide,
         e che  il suo culto divenne più divulgato da che il
         primo dei Tolomei    fece, a motivo d'un suo sogno,
         trasportare in Alessandria un vetusto simulacro     di
         Giove Dite, o Infernale, venerato con antichissima
         religione  in Sinope  ,  città non ignobile del Ponto.
         Questo simulacro giunto     poi  in Egitto  , e  ricono-
         sciuto per Plutone dal Cerbero e dal Serpente, ebbe
         il nome di Serapide, o Sarapide, divinità indigena
         ed analoga al greco Plutone, col quale amarono      di
         confonderla. Esigeva ciò   il genio dei Greci, e ben
         conveniva alle circostanze degli Egiziani. Godevano
         i primi di ritrovare  nel culto  delle nazioni la  lor
         teologia  ;  desideravano  questi  di uniformarsi  alle
         opinioni religiose della nazione dominante senza ab-
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