Page 576 - Lezioni di Mitologia;
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fuso dai Greci coir Arimanio dei Persiani , eh 'era
il principio del male presso quegli antichi Dualisti.
» Tornando al simulacro è da notarsi che le mani
sono di moderno ristauro, che la destra doveva reg-
gere la patera, o stare stesa verso il Cerbero ; la
sinistra stringere un'asta, o uno scettro, quale suol
vedersi in mano di Serapide nei monumenti : scet-
tro che ben conviene a Plutone non solo come a
re dell' Èrebo, ma bene anche come a condottiero
dei popoli, scettro che vien sovente interpretato da-
gli antichi pel Nilometro, o la Misura dell' escre-
scenze del Nilo, solita depositarsi nel tempio del
dio Serapide. Rimangono ad osservarsi alcune piante
scolpite all'intorno del calato, le quali per non es-
sere abbastanza distinte sono state omesse dal di-
segnatore. Quantunque peraltro non sieno che ac-
cennate, ci additano alberi glandiferi, la relazione
dei quali a Plutone non è molto chiara. Ciò non
ostante il vedere costantemente replicata l'immagine
di tali piante e sul calato d'un piccol Plutone presso
il rinomato scultore signor Bartolommeo Cavacep-
pi, e su quello che adorna il fine del capitolo primo,
libro sesto, della Storia delVArti, mi fece pensare al-
l'elee, albero funereo e glandifero. L'elee era, come il
cipresso, una pianta sepolcrale e di tristo augurio :
quindi può riputarsi consacrata a Plutone, e come
al nume dei morti , e come a deità nocente e fu-
nesta. Non tanto il color nero delle sue foglie
quanto il non rallegrarsi con nessun fiore, e mo-
strarsi insensibile alla letizia dell' anno , fecero te-
ner l'elee presso gli antichi per arbore tristo e lu-