Page 581 - Lezioni di Mitologia;
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         prattutto  di quelli che sono stati ritrovati pel sup-
         plizio dei mortali.
           Gli antichi non hanno mai trascurata la morale     :
         eglino r hanno riconosciuta come      essenziale  alla
         pittura. Qui  il delitto è punito da  altri  delitti.
           Siccome Y azione   del padre in   se  stessa è  inu-
         mana, bisogna diminuirne l'orrore per non scancel-
         lare ridea di giustizia. Egli era impossibile  di far
         capire  che queste bevande erano    veleni  preparati
        per l'empio  : ora Pausania indovina che lo scritto
         suppliva  all' espressione della pittura  : ma  ciò sa
        rebbe contrario allo spirito dell'arte.
           Al di sopra di   questi due gruppi   si vede Euri-
        nome, che ha un color nero che al blu     si avvicina,
        ed è assiso sopra una pelle di avoltoio. Quelli che
        spiegano questa pittura a Delfo dicono che Euri-
        nome è una divinità dell'Inferno che mangia la carne
        dei morti, e loro non lascia che le ossa. I poeti non
        parlano di   questa Eurinome. Per     servire al  testo
        conviene rappresentare circondato di scheletri que-
        sto dio d'altronde  sconosciuto.  Si vede, immedia-
        diatamente dopo, Augea l'Arcadica, e Ifidemea.
           Augea passò in Misia presso     il re Teutra, e fra
        tutte le donne ch'ebbero commercio con Ercole fu
        quella che partorì un   figlio  il più somigliante  al
        padre. Ifidemea ebbe grandi    onori  dai  Carli della
        città di Milasso. Più alto due compagni di Ulisse,
        Peremede ed Euriloco, conducono dei montoni neri
        pel sacrifizio.
           Da presso  si vede un uomo seduto, che      fa una
        corda col giunco  : è Ocno, come lo mostra l'iscri-
            NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc.              72
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