Page 749 - Lezioni di Mitologia;
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         nipote pregò   Nettuno ad averne     compassione  ;  e
         questi la ricevette col  figlio fra le divinità del suo
         impero  , e Leucotea fu detta la madre    , Palemone
         il  figlio.


           Con torva faccia rimirò d'Averno
              Giuno  i tormenti. D'Ission la ruota,
              Di Sisifo la rupe; E perchè, disse,
              Ei solo tra  i fratelli eterne pene
              Soffre? Ed esulta nella ricca reggia
              Atamante superbo, a me nemico
              Quanto la moglie? — Si dicendo espone
              La causa della via, dell'odio, ed apre
              Suo feroce volere, onde di Cadmo
              Non stia la reggia, ed   il furor conduca
              Atamante   al delitto: in un confonde
              Preghi, impero, promesse, onde commova
              Le dive. Appena di parlar Giunone
              Cessò, che scosse l'arruffata chioma
              Tisifone, e divise  i serpi opposti
              Dalla pallida fronte. Uopo di   detti,
              Dicea, non avvi, che fatto figura
              Quello che imponi: l'inamabil regno,
                 diva, lascia, e torna all'aura antica
              Di miglior  cielo. — Già la face impugna
              Grave di sangue, e la purpurea vesta,
              Sparsa di stragi, con ritorte serpi
              Ricinge, e lascia la tremenda casa.
              L'accompagna    il Terror, l'Angoscia,  il Pianto,

              E la Stoltezza con tremante volto.
              Si fermò sulla soglia, e ne fremeva

             NiccoLiNi. Lez. di Mit. ecc.               9^
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