Page 843 - Lezioni di Mitologia;
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        Galleria di Firenze. L'opinione poi di Winkelmann
        non è affatto probabile, poiché non    verisimile che
        tanti ritratti e  simulacri  ci  sien  pervenuti  di un
        principe, la cui storia rimaneva isolata da quella
        dei Greci e dei Romani, e le      cui memorie   quasi
        ignote ai vetusti annali,  si ricavano a gran pena
        ed assai dubbiamente da qualche notizia indiretta.
        Io penso che prima di dar nome alla statua, secondo
        l'epigrafe che porta incisa, dovesse considerarsi se
        la figura stessa ha caratteri tali che possano deter-
        minarla ad un argomento      incompatibile   coli' iscri-
        zione, nel qual caso dovremo aver quel nome Sar-
        danapalo o per un antico errore, o      per un'antica
        impostura. Ora   il soggetto del simulacro è per se
        notissimo, e può dimostrarsi altro non     essere che
        Bacco vecchio e barbato assai familiare nell'antica
        mitologia. La stessa figura precisamente scorgiamo
        nei bassirilievi detti volgarmente Cene di Trimal-
        ciane  , dove un corteggio di Sileni e di Fauni la
        contradistingue   per Bacco. La stessa    coi  simboli
        dionisiaci del nappo e del tirso ammiriamo nel su-
        perbo   intaglio in topazio  del Vaticano;   la stessa
        appoggiata ad un Fauno è in un bel vaso etrusco
        riportato dall'Hancarville ; la stessa su d'un incom-
        parabile   cammeo    presso  il signor  Jenkins,  rap-
        presenta  il simulacro  di Bacco   fra  le  offerte  dei
        dei  suoi  seguaci; la  stessa è scolpita in un vaso
        e in un sarcofago del Palazzo Farnese in mezzo a
        Baccanti; la stessa, finalmente, su cento    altri mo-
        numenti   Bacchici è frequentissima. Né     solo  è  la
        figura per se determinata a rappresentarci un Bacco
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