Page 157 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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•  NELLA GRECIA.^  '  iS’]
     gii darete debolezze e difetti che addolciranno
     agli occhi nostri l’orrore del suo destino. Die-
     tro queste riflessioni riunirete tutto l’interesse
     sopra un uomo che sia più buono che malvagio •,
     che divenga sventurato, non per un misfetto
     atroce , ma bensì per uno di que’ gran felli che
     in tempo di prosperità agevolmente si perdona-
     no: tali furono Edipo e Tieste  ( 1 ).  *
       Polo. Voi disapproverete dunque que’ dram-
     mi , in cui l’uomo è divenuto suo malgrado col-
     pevole ed infelice? Nondimeno questi hanno
     sempre avuto buon esito , e sempre  si verse-
     ranno lagrime sulla sorte deplorabile di Fedra,
      d’ Oreste e d’ Elettra.
        Questa osservazione cagionò  fra gli astanti
      una disputa molto viva : gli uni sostenevano che
      adottare il principio di Teodetto, era condan-
      nar l’antico teatro, che non ha per principio
      che i ciechi decreti del destino  gli  altri osser-
                      ;
      vavano che nella maggior parte delle tragedie di
      Sofocle e di Euripide questi decreti, benché di
      tratto in tratto rammemorati nel dialogo del
      dramma, non influivano nè sulle sventure del
      protagonista, nè sull’andamento dell’azione^ si
       ( 1 ) Arisi, della poet. c. i3  , p. 66»,




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