Page 154 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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produce nè compassione, nè terrore : lo com-
prendo benissimo. Non debbo intenerirmi che
sopra calamità non meritate, mentre lo scelle-
rato ha pur troppo meritate le sue: non debbo
tremare che per le sventure d’un mio simile,
e lo scellerato non mi somiglia. Ma l’innocenza
perseguitata, oppressa, che versa lagrime ama-
re, e getta grida inutili, è la cosa la più terri-
bile e la più commovente.
Teodetto. Dite anche la più odiosa quan-
,
do essa rimanga sacrificata contro tutte le ap-
parenze della giustizia. Allora in vece di quel
piacere puro, di quella dolce soddisfazione ch’io
andava cercando nel teatro, non ricevo che scos-
se dolorose , le quali ributtano nel tempo stes-
so il mio cuore e la mia ragione. Yoi troverete
forse il mio linguaggio affatto nuovo; pure è
quello de’ filosofi che in questi ultimi tempi me-
ditarono sulla natura del piacere che deve pro-
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curar la tragedia (1).
Qual sarà dunque il quadro eh’essa dovrà
esporre sulla scena ? quello d’ un uomo che pos-
sa in certa maniera rimproverare a sè stesso la
propria sventura. Non avete voi osservato mai
come le disgrazie de’ particolari e le rivoluzioni
(l) Arisi, ivi c. * 4 , p. 662. ’
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