Page 206 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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di timori e di pusillanimità ? Come persuaderlo
che sia una viltà il soggiacere ai suoi mali , egli
che vede ogni giorno Ercole ed Achille farsi
leciti, nel loro dolore, grida, gemiti, e pianti:
che ogni giorno vede un popolo intiero onorare
colle sue lagrime lo stato di degradazione, do-
ve le calamità hanno ridotto i suoi eroi in ad-
dietro invincibili?
No , la filosofia non potrebbe conciliarsi con
la tragedia: l’una distrugge continuamente il
lavoro dell’altra. La prima grida con voce se-
vera all’infelice: Opponi una fronte serena al-
la tempesta; tienti ritto e tranquillo in mez-
zo alle rovine che ti colpiscono per ogni lato;
rispetta la mano che ti schiaccia, e soffri senza
mormorare; tal è la legge della saggezza (i).
La tragedia con voce più commovente e più
persuasiva gli grida a vicenda : Mendica conso-
lazioni; stracciati le vesti; ti rivoltola nella pol-
vere; piagni e lascia sfogare il tuo dolore: tal'
la legge della natura»
Niceforo trionfava, conchiudendo da queste
riflessioni che perfezionata che si fosse la com-
media, essa si accosterebbe alla filosofia, e la
tragedia vieppiù se ne allontanerebbe. Un sor-
(») Idem ivi .
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