Page 325 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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    rio, lascia presentire a Tecmessa ed al coro la
    deliberazióne che ha preso di terminare  i suoi
    giorni :  si procura di dissuaderlo :  ei domanda
    suo  figliuolo  , lo prende fra  le sue braccia , e
    gl’ indirizza un patetico  discorso. Tutto questo
    è in recitativo. Tecmessa esce col suo figliuolo.
    Aiace resta sul teatro, ma serba un profondo
    silenzio, durante  il quale  il coro eseguisce  il
    secondo intermezzo.
       Da questa analisi, che potrei prolungare
    più oltre  , è chiaro che  il coro  si contemplava
    sotto due aspetti diversi secondo le due spezie
    di funzioni che aveva da riempiere. Negl’inter-
    mezzi  , che tenevano  il luogo dei nostri ,  tutte
    le voci  si univano e cantavano insieme; nelle
    scene, dove esso  si frammischiava all’azione,
    era rappresentato dal suo corifeo* Ecco perchè
    Aristotele e Orazio hanno detto che il coro fa-
    ceva l’ufficio d’attore (i).
      6.° A quali segni si possono distinguer le
    parti del dramma che si cantavano , da quel-
    le che si recitavano semplicemente? Non pos-
    so qui dar regole che sieno applicabili a tutti  i
    casi. .Solo mi parve che la declamazione avesse
    luogo ogni qualvolta gl’interlocutori , seguendo
     (i) Aris tot.  ivi  c.  i8,  t.  2 , p. 666. D, Dacier ivi,
    p. 3 12 , Orazio delCarte poet. v. ig5.



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