Page 336 - Viaggio di Anacarsi il giovine nella Grecia verso la meta del quarto secolo avanti l'era volgare del signor G.J. Barthelemy. Tomo primo duodecimo
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336 NOTE.
se si vuol avvicinarlo alle differenti figure della
Diana di Efeso, si tarderà tanto meno a con-
vincersi che apparteneva a qualche statua , quan-
to che il suo pesò non è che di un’oncia, un
grosso e 60 grani, e la sua lunghezza più gran-
de non è'che di due pollici e due linee, e la sua
più grande elevazione fino all’ estremità delle
corna, di tre pollici e una linea. Forse fu tras-
portato una volta a Lacedemone, forse vi de-
corava una delle statue di Diana , oppur quella
di Apollo d’ Amicla, nella quale erasi impiegata
la quantità d’oro che Creso aveva inviato a’ Lace-
demoni (i). Penso che quanto più cariche sono
d’ornamenti le figure della Diana di Efeso, tan-
to meii sieno antiche. La sua statua a principio
i piedi
non presentò che una testa , le braccia ,
ed un corpo fasciato. "Vi si applicarono poscia i
simboli delle altre divinità, e soprattutto quelli
che caratterizzano Iside, Cibcle, Cerere, ec. (2).
Il poter della Dea e la divozione de’ popoli
crescendo nella proporzione stessa che i suoi at-
tributi, fu riguardata dagli uni come l’immagine
della natura produttrice, dagli altri come una
delle più grandi divinità dell’ Olimpo. Il suo cul-
to noto da lungo tempo in alcuni paesi lonta-
(1) Pausan. I. 3, c. io, p. tZi.
(*) Mentir, simboli dèlia stat. di Diari. Efes.
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