Page 137 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ATENE FINO ALLE GUERRE PERSIANE.  iS?
     questo da Ippia, crederon venuta l’occasione di moversi e s’ im-
     padronirono d’ una fortezza del confine  :  li s’ avanzarono, ma
     furori  respinti con grave perdita  dal nemico. Risoluti a ogni
     modo.di ritornare, s’‘adoperano allora a procacciarsi degli allea-
     ti. A tale scopo  s’ impegnano cogli Anlizioni di rifabbricare, a
     certe condizioni,  il tempio di Delfo che era stato' distrutto da un
     incendio molti anni prima  ; e non solo lo rifabbricano più Ideilo
     deir antico per l’architettura, ma ne fanno la facciata di marmo
     di Paro, mentre era stato convenuto che la doveva esser di pie-
     tra di poco valore. Quella generosità  fatta ad arte, prodiLsse  i
     suoi frutti. Tutta la Grecia applaudì agli Almeonidi; gli abitami
     di Delfo gli si ’professaron gratissimi  ; e distene, che era allora
     il capo di quella' famiglia, ne profittò per indur la Pitia a non
     dare che questa soia risposta a qualunque Spartano consultasse^
     l’orat‘olo  : bisogna che Atene sia lil^erata.
          Gli  Spartani eran  gelosi d’AUme, che sotto  la signoria
     tranquilla dei Pisistratidi aveva accresciuto molto  la sua poten-
     za. Oltracciò per la loro' natura e per le loro istituzioni dovevano
     esser tanto inclinati a favorir gli Almeonidi che rappresentavano
      l’aristocrazia ateniese, quanto a volere atterrati  i Pisistratidi?
      jìer la  ragione che gli aveva inalzati  la fazione popolare. Non
      tardarono dunque molto a lasciarsi convincere dall’ esortazioni
      dell’oracolo, e spedirono per mare contro Ippia un’armata sotto
      il comando d’ Anchimolio. Il tiramio che conosceva  1’ umore del
      l>o})olo, appena saputo  il progetto di Sparta, s era affrettato a
      far venire in suo aiuto mille cavalieri dalla Tessaglia, e gli aveva
      appostati nei dintorni di Falera. Con questi assale gli Sjiartani
      appena sbarcati, gli sconfìgge, e ne uccide  il capitano medesimo.
      Sparta non si scoraggia, e manda per la via di terra un’armaUi
      più numerosa capitanata dal re Cleonienc. Questa volta i Tessali
      furon battuti, e Ippia si trovò costretto a rifugiarsi subito colle
      suo forze nella cittadella. Gli Spartani la cinsero d assedio, uniti
      agli Almeonidi e ingrossati da lutti quegli .Ueniesi che deside-
                          il riacquisto della libertà. Ciò nono-
      ravano la caduta d’ Ippia e
      stante, l’assedio sarebbe andato chi sa quanto in lungo (tanto
      aveva [Ansato  il tiranno a provvederla di viveri e d’ogni mezzo
      di resislenzal) se Ippia, per un eccesso di prudenza che fa onore
      però al suo core di i^dre, non avesse dato lui stesso la vittoria
      al nemico. Temendo pei suoi liglioli ancor piccoli che aveva seco,
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