Page 142 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 142

’
        •132      LEZIONE OTTAVA.
               •  .
          Ma Clcopiene erodeva oramai, del suo onore  vendicarsi
        delia verf^ognosa disfalla che aveva subilo, e ricondurre in Alene
        Isagora. Si dèlie jicrtanlo a faro di gran preparativi, raccpgliend'o
        trupiK* da tulli gli Stali del Peloponneso (senza però palesare con
        quali intenzioni facesse ciò) e mettendosi d’ accordo, coi Tebani
  '     e coi Calcidesi  dell’ Eubea. Apjiena che n’.ebbcroirapclato qual-
        cosa, gli Ateniesi, credendosi incapaci di resister soli a un’in-
        vasione assai vigorosa, c vedendo di non poter contare sull’aiuto
        di nessuno degli Siati di Grecia, che erano o alleati di Sparla o
  ,
        governali da tiranni o tuli’ occupati  nelle, loro turbolenze inte-
        stine, volsero  gli occhi fuor dei confini della Grecia. Spedirono
        degli ambasciatori a Sardi  nella Lidia, perchè mostrassero ad
        Arlaferne, satrapo persiano,  il loro desiderio di' fare un’alleanza
        con Dario re della Persia. Arlaferne rispose che quell’, alleanza
        sarebbe conclusa  , quando gli Ateniesi mandassero al gran re fa
        terra e  1’ acqua. Gli ambasciatori fecero fra di loro una consulta,
        e crederono di poter promettere a nome della loro città quei con-
  ^
        sueti segni d’ omaggio ma quando furono tornali in patria, i ge-
                 :
        nerosi Ateniesi giudicarono vile quella promessa, e punirono se-
        veramente gli ambasciatori.  ,  -  -
          Si trovavano dumiuc soli solissimi quando scoppiò la tem-
        pesta. Cleomene, unito al suo collega,  il re Demaralo, invadeva
        da occidente  1’ Attica con tutte io forze del Peloponneso, e s’im-
        padroniva  d’ Elcusi  i
                ;  Beoti  l’ invadevano da sellentrionej e
        s’ impadronivano delle città d’ Enoe e d’ Isia  i Calcidesi  l' inva-
                          ;
        devano da oriente e devastavano le campagne. Gli Ateniesi, non
  ‘     occupandosi pel momento dei duo nemici meno temibili, dires-
        sero contro gli Spartani tutto quante le loro forze. Eran sul punto
        di venire a battaglia, quando  i Corinti, vergognandosi d’ esser
        considerati come gli strumenti di Cleomene in un’impresa di cui
        avevano da principio ignorato lo scopo, abbandonarono il campo
        l>er ritornare alla loro patria. Anche Demarato allora negò il suo
       concorso al collega
                ; nè lardarono a disperdersi gli altri alleati,
        quando veddero quel dissenso fra  i re. Cleomene cosi fu costretto
        a rinunziare all’ impresa e ritirarsi da Eieusi.
          Allora  gli Ateniesi pensarono agli altri nemici  , e si mes-
       sere in marcia alla volta di Calcide. Per via,  s’ imbatterono nei
       Beoti  : gli sconfissero pienamente e fecero settecento prigionieri.
       Più ardenti che mai per quella vittoria, attraversarono il giorno
                              Di.  -
   137   138   139   140   141   142   143   144   145   146   147