Page 140 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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130       .    ‘ LEZIOJJE OTTAVA ^
                       .  ,
            pritania era formata dei cinquanta senatori appartenenti  alla
            stessa tribù  ; per cui ogni tribù ave\^a a* turno la rappresentanza
            e  la presidenza  dell’ intero^ serrato e  dell’ assemblea popolare.
            • « Nell’ anno aUicp'ordin^iodi dodici  lunari, ossia, 354 gi^r-
             •
            » ni, sei delle pritanie duravano in carica trentacinque giòmfj
            » e quattro duravano, trehtasei  : negli anni intercalari di trédici
            » mesi  il numero dei giorni era di trentotto e trenUnove rispet*
                 ,
            » tivaibente. » ‘       -,      ‘   .
                Anche gli eliasti furon divìsi in dieci tribunali, e la. stessa
            divisione fu adotuta da Clistene nella più. parte dell; istituzioni
            politiche:  gli arconti però, gli conservò nel numero di nove.
                Resta a parlare d’ un’ altra notevole istituzione di lui, cioè
            dell’ ostracismo. Ordinò che in certe occasioni s’ adunasse il pòpo-
            lo, allo scopo che ognuno degl’ intervenuti scrivesse su una con-
            chiglia o un coccio (in greco otrrpaxov e di qui ostracismo)  il
            nome di quel tal personaggio che, nel parere dello scrivente, sa-’
            rebbc stato bene allontanare dalla città  : non in pena di qualche
            delitto, ma solo perchè fosse riputato tanto' ambizioso o.tanto
            inQuente da temerlo pericoloso. alla libertà: quindi si. raccoglieva
            i voti, e gli arconti ne facevan lo spoglio'. Sé si trovava che non
            meno di seimila votanti avessero designato il codino medesimo,
            questo rimaneva ostracizzato  ; condammlò cioè à un esilio di
            dieci anni. Tal condanna non portava seco nè confisca di beni,'
            di cui continuava  all’ ostracizzato  il  godimento assoluto, né
            nessun disonore: era un sacrifizio domandato dalla patria, un
            attestalo di rispetto che  l’ ombrosa repubblica esigeva dal citta-
            dino potente. IlGrole* confronta molto giustamente d’ostracismo
            ateniese alle leggi d’eccezione pubblicate a’ nostri tempi da Idei
            governi d’ Europa contro certi pretendenti  : non è jjer' colpire le.
            loro persone, ma per preservare il paese dalla guerra civile. E
            questi pretendenti, non è egli più facile che si présenlino in una
            repubblica non ancora bene assodata? e  il pericolo ddla guerra
            civile non è egli dunque allora maggiore ? e  gli esempi di Gilo-
            ne, di Pisistrato e de’ suoi successori non erano là per far te-
            mere di chiunque nutrisse ambizione e avesse mezzi sulficentidi
            soddisfarla ? 0 gli attentati di questi  tali, non era meglio prove-
            nirli che reprimerli poi colla fcwrza versando sangue di cittadini?
                * Orote, //isi. of Greece, P. II, e. 3f.
                * Ibid.
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