Page 143 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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    stesso lo Stretto canale che gli separava dairiìubea, e riporta-
    rono subito un’altra splendida vittoria sui  Calcidesi. Le  terre
    dei più ricchi proprietari di Calcide furono spartite fra quattro-
    mila coloni attici , che si mantennerò uniti ad Atene, e conserva-
    rono sempre  i diritti di prima.  « Era dunque cresciuta (osserva
    » a quest’ occasione  il padre della’ storia) la potenza degli Ate-
    »  niesi. Dal loro esempio, come da altri, infiniti , si vede chiara-
    » mente quanto sia utile agli Stati la libertà. Infatti, finché gli
    » Ateniesi furon soggetti a de’ tiranni, non furono, in guerra,
    » punto più forti, di nessuno de’ popoli circostanti; liberati poi
    » da’ tiranni,  si mostrarono di gran lunga superiori a tutti. La
    » ragione n’è questa: che essendo soggetti, dovevah operare a
    » solo vantaggio del loro padrone, e però non cercavano d’illu-
    » strarsi  riottenuta  la  libertà, ciascuno dovcntò  zelante, sa-
        ;
    li pendo di operare per sé stesso, nel mentre che operava pel
    » bene comune. »  ‘
      I Tebani,  inaspriti, sebbene  indeboliti,  dalla  sconfitta
    sofferta, consultarono l’oracolo' di Delfo per sapere come avreb-
    bero potuto vendicarsene. La risposta oscurissima che ne rice-
    verono, crederono d’ interpretarla bene chiedendo aiuto a Egina.
    Quest’ isola era  allora nella massima prosperità, e  gli Eginesi
    odiavano mortalmente Atene a motivo d’un’ antica querela. Pro-
    niessero dunque ai Tebani l’aiuto richiesto, ed effettuarono su-
    bito uno sbarco .sulle coste dell’ Attica nel mentre che quelli ri-
    davan principio all’ostilità dalla parte di settentrione. Gli Ate-
    niesi s’ affrettarono a preparare una spedizione formidabile contro
    Egina* ma cessarono subito di volgere la loro attenzione a quei
    due nemici Collegati, vedendo a un tratto spuntare dalla parte
    di Sparta una nuvola molto più minacciosa che pareva volesse
    andare a scaricarsi sopra di loro.
      Cleomene e  i suoi compatriotti  irritati j)er la vergognosa
                    ,
    diserzione d' Eieusi a  cui desideravano di riparare  ; più irritati
    per la scoperta fatta a quel tempo che le ingiunzioni della sacer-
    dotessa di Delfo, di scacciare Ippia da Atene, erano state procu-
    rate dalle frodi di distene  ; eccitati inoltre da alcuni oracoli che
    predicevano come  gli Ateniesi cagionerebbero un giorno delle
    s\ enturc a Sparta , e che Cleomene asseriva d’ aver trovati nella
    cittadella d’ Atene; timorosi,  finalmente, « che l’Attica libera
      • Erod. V
         ,  , 78.
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