Page 60 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LEZIONE QUARTA.
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DKLLE CONDIZIONI CIVIU E MOR.M.I DI GRECIA
NEI TEMPI EROICI.
Da qualche luogo della passata lezione avrà potuto arguire
il lettore che la Grecia, nei tempi eroici, era scompartita in un
numero non piccolo di provincie, tulle ijoliticamente indipen-
denti fra loro. Kra anzi lanlu lo sminuzzamento,' che quasi ogni
città faceva stato da sé, né più né meno dello città della nostra
india nel me<lio evo. All’ occasione jx)i i loro principi in mag-
giore 0 minor numero si collegavano, come fecero per la spedi-
zione degli Argonauti, por la guerra di Tebe, e s^tecialmentc per
<juella di Troia.
Nella più parte di questi stali, .se non in tutti, si divide-
vano i Greci, in schiavi, in liberi e in nobili, l nobili erano uo-
mini liberi tanto più distinti sugli altri da poter formare una
classe si>eciale e superiore. Per esser considerati tali, bisognava
che pole.ssero vantare la discendenza da qualche dio ; e questa
discendenza, bisognava che 1’ atlestas.sero con pregi individuali,
>opratlutlo fisici. La loro voce doveva esser sonora, rocchio
maestoso e acuto, il corpo robusto, la statura alla, grande il co-
raggio nei pericoli, la destrezza nei combattimenti, la longani-
mità nelle sventure ; né dovovan esser privi di saviezza nei con-
sigli, di eloquenza nell’ assemblee. Se riunivano tutti questi
pregi e se non gli mancavano neppure i mozzi di star provvisti
di cavalli focosi, di un carro da guerra, di armature costose (o
a volle eran tali che si riputavano un dono degli dei) allora era
evidente la loro nobiltà, e merilavano il rispetto generale. Non
* Nella Focide erano noo meno di ventidue stati nella Beo*
zia cjuattordici ; nell'Asia dieci. Gli antiebi maestri di politica portarono opi*
liioue ebe nessuna cuniunità fosse lauto piccola da non poter essere ludi*
]>endcnlef perebe il numero dei cittadini itaslatse a difenderla. Abbiamo da
l'iaiune che una società di cinquemila uoraioi, liberi capaci di portare armi,
•limavasi atta a formare uno sUio lodipeodenle. £d una grande cagione del*
raltetza a cui salirono Alene e Sparta, fu l’avere ciascuna di quelle città fatti
sparire fino ab antico dai loro territori dell’Attica e della Laconia i piccoli
stali ìndipeDdenti. (Nota tratta dal Bulwcr, lib. I, c. 7.)
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