Page 61 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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       CONDIZIONI CIVILI E MORALI NEI TEMPI EROICI.  51
   per questo aborrivano dall’ occupazioni manuali. Achille fa da
   coco preparando lui stesso  il pasto che vuote imbandire agli am-
   basciatori inviatigli da Agamennone  ;  ' e Ulisse si fabbrica da sé
                               '
   la nave, colla quale vuol partire dall’ isola di Calipso, e aveva
   già costruito, in tempi anteriori, la propria camera e il proprio
   letto. * L’ esercizio  dell’ arti però apparteneva in special modo
     ^            iDlencrìte
         »... ]e carni , Automedoote in alto
         Le sollevava; e con forbilo acriaro
         Accoocianeote  le iocidea lo stesso
         Divino Achille e le iofìggea ne* spiedi.  Iliade^
     S   Egli a troncar cominciò  il bosco: l'opra
         Plclle man dell’eroe correa veloce.
         Venti distese  al suolo arbori  interi
                 1* un destramente
              li polì :
         Gli adeguò ,
         Con l’altro pareggio. Calipso intanto
         Recava seco  gli appuntali succlij
         Ed  ei forò  le travi c insieme unille»
         E eoa incastri assicurolle e cbiovi.
         Larghetta  il tutto avea, quanta ne danno
         Di  lata nave trafficante  al fondo
         Periti fabbri. Su  le spesse  travi
         Comliacianti ira se, lunghe stendea
         Noderose  assi, e  il tavolato aitava.
         L’albero con Tantenna ersevi ancora,
         £ costrusse  il timon ^ che in ambo  i  lati
         j^firar  li piacque d* intrecciati salci
         Centra  il marino assalto, e molla selva
         G«tto nel fondo per zavorra o  stiva-
         Le tue tele, o Calipso, in man  gli andato,
         E buona  gli uscì pur di man  la vela,
         Coi  le funi legò, legò  le sarte,
         La poggia e Torta:  al fin, possenti vele
         Supposte, spinse  il suo navìglio in mare,
         Che  il cH quarto splendea.  Odhsta, V»
                  Uomo nessuno
         Benché degli anni  in sul fiorir, di loco
         Mutar potria senza  i maggiori sfurti
         Letto «osi ingegnoso, ond’ io già fui.
         Nè compagni ebbi all’opra,  il dotto fabbro»
         Bella d’olivo rigogliosa pianta
         Sorgea nel mio cortile  i rami larga
         E grossa molto di colonna in guisa.
         Io di commesse pietre ad essa inforno
         Mi architettai  la maritale slama.
         E d’uo bel tetto  la coversi, e salde
         Porte v’imposi, e fermamente aitate.
         Poi, vedovata del suo crin T oliva,
         Alquanto su dalla radice  il tronco
         Ne  tagliai netto  e con  le pialle sopra
         Vi andai leggiadramente, e v’adoprai
         La ìutalliLiie squadra, e  il socebio acato»
         Cosi  il sostegno mi fec’ io del letto i
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