Page 27 - Edipo e la mitologia comparata saggio critico di Domenico Comparetti
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       il primo penne (lell’à?.«7T«op e dell’ imponente ciclo
       di delitti fatali che resero celebre la tragica stirpe
       dei Pelopidi. È chiaro adunque che considerare nel
       mito di Edipo  l’ idea della fatalità come posteriore
       e lo sdegno di Hera come primitivo è una contrad-
       diziono.
        Quanto alla montagna su di cui siede la Sfinge,
       la  giustissima  osservazione  del  sig. B. intorno
       all’identità di nome che in sanscrito, e, avrebbe
       potuto aggiungere, in altre lingue (^’), hanno nube e
       monte, non  si può applicare a darne spiegazione
       se non quando da buoni argomenti risulti che vera-
       mente la Stìnge è la stessa cosa che Vritra. Da
       quanto abbiamo veduto fino ad ora ciò non mi pai-
       che risulti; andiamo però innanzi.
        La caratteristica per cui la Sfinge essenzialmente
       si distingue da  tutti gli  altri mostri che figurano
       nel mondo mitologico dei greci è rcnimnia ch’essa
       propone. Alibiam veduto quale spiegazione ne dà il
       sig. B., ed io confesso che mentre l’Iio trovata
       assai ingegnosa, pure non l’ho letta senza una certa
       sorpresa.  Infatti, a dir vero,  io non mi aspettava
       eh’ egli volesse  considerare questa caratteristica
       come primitiva, c credeva ch’ei verrebbe a dire
       che, nella più antica forma della leggenda, Edipo
       uccideva senz’altro  il mostro desolatore, e la sto-
       riella deU’enimma  fosse aggiunta più  tardi. Se
        (') Cf. Insti in Orieiit nnd Occideni li, pag. t>2.


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