Page 9 - Il luogo della meraviglia
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Perseo), sulla destra per chi entra, messi  in luce dagli strumenti  fotometrici,  hanno acquisito i contorni
          nitidi di un fregio decorativo, sia pur frammentario, che scorre sul lato sinistro in basso.

           Ciò che si svela ai nostri occhi, alla base dell’attuale piano di calpestio,  è un tempio circolare, dalle alte

          e snelle colonne corinzie entro le quali, circoscritta entro un’edicola di sapore campestre, è ritratta su di
          un piedistallo un’affascinante   figura femminile ignuda con il capo sormontato da una cornucopia.

          Dirimpetto a lei sta un altro piedistallo sul quale è possibile scorgere, per quanto consentito dalla
          frammentarietà del dipinto,  un’altra presenza mitologica: ai suoi piedi sembrano profilarsi, sempre nei

          limiti denunciati, i tratti caricaturali di un’entità mostruosa e di due satiri. Nell’intercolumnio è poi ben

          visibile un fitto tralcio di vite. Poco discosto dal tempio sulla destra è raffigurata una scena decorativa a
          grottesca, caratterizzata da una coppia di creature ibride con le ali, due sfingi desinenti in volute dal volto

          umano e il corpo di sirena: le  figurine  esili ed estrose   si fondono in una decorazione strutturata in
          maniera simmetrica, su uno sfondo monocromo: qua e là  nel vano affiorano  lacerti con tracce di colore.

          Nel brano dunque non appare alcun elemento allusivo a un paesaggio, e tanto indurrebbe a escludere la

          possibilità che l’ambiente ritrovato coincida con quello intitolato alla ‘rovina’.
          Se   il   lessico   delle   grottesche   ha   una   ricorrenza     abbastanza   frequente   nell’utilizzo   pittorico

          cinquecentesco,   anche   inoltrato,   e   dunque   la   sua   presenza   qui   non   desta   sorpresa     (occorrerà
          necessariamente procedere a una casistica e a una mappatura "geografica" per individuare ricorrenze e

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          varianti delle grottesche),  l’iconografia della costruzione architettonica del  tempietto sulla sinistra si
          rivela originalissima, quasi un unicum. Il tipo di composizione architettonica è riconducibile al cosiddetto

          quarto stile pompeiano presente nella Domus Aurea: un esempio ben documentato dai disegni del XVI

          secolo è quello della sala 31 (fig. 1), ove sono raffigurate  scene  trompe l'oeil   puramente decorative e
          prive di qualche  narrazione o scena mitologica.


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          Ma, ancora, come suggerisce M. Brunetti,   e differentemente dalle casistiche riscontrate, la  facies
          architettonica del tempietto in esame è svolta come se fosse in rovina: un quadretto paesaggistico (privo
          di cornice) più che uno sfondo architettonico trompe l'oeil.

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          Sarà necessario comprendere  se l'ispirazione del tempietto risalga alle architetture   trompe l'oeil  del
          quarto   stile   pompeiano,   oppure   ai  pinakes  idillico-sacrali,   anch'essi   presenti   nella   Domus   Aurea:

          occorrerà   altresì   verificare   se   gli   ambienti   della   residenza   neroniana   che   li   conservavano   fossero

          accessibili per gli artisti del XVI-XVII secolo.


          11  Ringrazio Marco Brunetti, curatore della futura mostra online per il sito degli Uffizi dedicata ai disegni
          ( prevalentemente Ornato) degli Uffizi che riproducono la Domus Aurea, per i gentili, preziosi suggerimenti; e
          Marzia Faietti  per avere favorito i contatti con lo studioso.

          12 Si veda nota 11.
          13 Come anticipato in apertura, queste ricerche in fieri saranno oggetto di un contributo più completo
          sull’argomento.
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