Page 28 - Феличе Трояни "Хвост Миноса"
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accaduto sotto l'influenza di Trojani. L'ultimo dei dirigibili semirigidi sovietici costruiti B-
             9  si  basava  proprio  sulle  idee  di  Trojani,  da  lui  proposte  nel  progetto  preliminare  del
             1935”.
             Dopo il ritorno dall'URSS, Felice Trojani ha lavorato per qualche tempo come direttore
             tecnico della Foligno Aeronautica Umbra, progettando nuovi modelli di velivoli AUSA
             AUT 18 e AUT 45.
             Dopo la fine della seconda guerra mondiale, F. Trojani condusse uno stile di vita piuttosto
             chiuso: trasferitosi a San Paolo, avviò la produzione meccanica e per molti anni si rifiutò
             di  scrivere  memorie  e  in  qualche  modo  commentare  gli  eventi  legati  alla  spedizione  del
             dirigibile Italia nel 1928 Rompere il silenzio A F. Trojani successe solo nel 1960 lo
             psichiatra statunitense J. Simmons, che riuscì a raccogliere i primi ricordi dell'ex ingegnere
             di  aeronave  per  il  suo  libro  “Target:  The  Arctic”  ea  convincerlo  a  scrivere  le  proprie
             memorie. Un libro di memorie intitolato "La coda di Minosse: la vita di un uomo, la
             storia di un'impresa" (La coda di Minosse: vita di un uomo, storia di una impresa) è
             stato pubblicato a Milano nel 1964 e non è ancora stato completamente tradotto in una
             qualsiasi delle lingue.
             Il primo autore in Russia che ha studiato questa fonte come parte della sua tesi di ricerca,
             P. G. Dyakonova, ha descritto l'eccezionale significato del libro per il lettore domestico co-
             me segue: “Va ovviamente notare la grande importanza di questa fonte, grazie alla quale è
             possibile comprendere meglio le specificità del lavoro presso l'impresa Dirigiblestroy, nonché
             ottenere informazioni sulle attività nella prima metà degli anni '30. gruppi di operai e
             ingegneri italiani che altrimenti sarebbero stati dimenticati, poiché negli scritti di Nobile
             non ci sono notizie su di loro.”
             Il secondo libro di memorie di F. Trojani, pubblicato nel 1967 dopo il ritorno in Italia, si
             intitola  “L'ultimo  volo”.  Questo  saggio  è  stato  concepito  come  una  storia  sulla  vita
             dell'autore e la sua partecipazione al volo al Polo Nord per un pubblico di bambini. Il
             ritorno in patria era legato, tra l'altro, alla grande popolarità delle sue memorie, alla cui
             pubblicazione avrebbe preso parte a Milano. Oltre all'editoria, negli ultimi anni della sua
             vita, F. Trojani ha tenuto conferenze al Politecnico di Milano. Un eccezionale ingegnere
             morì in un ospedale di Rho il 3 novembre 1971.
             Come già notato, il libro di F. Trojani è ancora praticamente sconosciuto a un lettore non
             italiano. Frammenti separati di questa fonte, relativi al lavoro degli ingegneri italiani sulla
             costruzione di dirigibili in Unione Sovietica, sono stati forniti nello studio di Dyakonova
             "Italiani  a  Dolgoprudny:  Eroi  di  secondo  piano".  L'uscita  della  prima  traduzione
             completa  del  libro  è  stata  possibile  grazie  agli  sforzi  congiunti  del  gruppo:  Nataliya
             Nikishkina  –Presidente  di  Società  Dante  Alighieri  di  Mosca,  Ekaterina  Spirova  –
             Presidente della Società Internazionale "Amicizia" Italia-Russia e Zaza Zurabashvili –
             capo del lavoro con gli studenti della Società Internazionale "Amicizia" Italia-Russia.



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