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Giuseppe Nuvolone: mitologie, ‘favole per musica’ e ‘vaghe’ stelle FILIPPo MArIA Ferro
Giuseppe Nuvolone: Mythology, Astronomy and fairy tales for music
AbStrACt: Giuseppe Nuvolone’s mythological paintings shed new light on the painter’s relationship with the brescia cultural setting in the last years of the 16th century, expecially with Fortunato Vinaccesi, man of letters and scientist, and the scholar Giulio Antonio Averoldi. the article specify a singular and unpublished correspondence between iconography and philology research and literary productions, in the height of the Lombard baroque. these correspondences have to be read in scientific perspectives and new concepts of the universe, where Myths are interpreted in the name of science, especially towards astronomy, which has become an essential part of the new world view. In addition, the new course of research in the reinterpretation of mythology and above all the parallel astronomical explorations, open to an unprecedented “love discourse”, in accord to the prolific season of melodrama to the point of presenting synaesthesia with the inventions of librettists and musicians.
KeywordS: Giuseppe Nuvolone; Fortunato Vinaccesi; brescia, 17th century; painting and music; mythology; astronomy; melodrama. FILIPPo MArIA Ferro: Istituto lombardo Accademia di Scienze e lettere; filippomferro@gmail.com;
ISSN: 0004-3443 (print); 2785-1117 (digital) doI:
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«Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, | Silenziosa luna?»
«Quei che spiò del mondo ampio le faci | Tutte quante, e scoprì quando ogni stella | Nasca in cielo o tramonti...»
(Conone nella Chioma di Berenice di Foscolo)
I ratti di Proserpina, di Anfitrite e di Europa, l’avventura sfortu- nata di Elle e Frisso: storie confuse nell’incerto limite di terre e acque. A Masserano vengono chiamati, dai principi Ferrero Fie-
Ringrazio l’amico Arnaldo Morelli, colto musicologo e studioso del melodramma, per le preziose notizie sul panorama seicentesco e per aver condiviso l’interesse di ri- cerca delle corrispondenze figurative.
1 Per l’interpretazione dei temi mitologici da parte dei Nuvolone nella decora- zione del palazzo Ferrero Fieschi di Masserano: F. M. FERRO, Nuvolone. Una famiglia di pittori nella Milano del ’600, Soncino 2003, pp. 232-234, scheda cf/g 6, fig. 120 a p. 438. Nel 2019, all’interno del Palazzo dei Principi, Stefano Cavaliere ha allestito la mostra Il Barocco Lombardo nelle pennellate dei fratelli Nuvolone a Masserano; cfr. anche A. DI GENNARO, Una proposta per Giuseppe Nuvolone, pittore di tele e d’affreschi e alcune riflessioni sulla fortuna della maniera nuvoloniana in Brianza, in «Monza illustrata. Annuario di arti e culture a Mon- za e in Brianza», 3 (2017), a cura di R. Delmoro, pp. 175-199.
2 Loth e le figlie e Nettuno e Anfitrite, tele entrambe incollate su tavola, cm 47,5 × 34: Hotel Drouot Parigi, salle 11, 26 marzo 1973, lotti 30 e 31 (école de Vo- uet); Christie’s London, 28 aprile 2006, p. 115, lotto 91; Delorme & Collin
schi, i fratelli Nuvolone: Carlo Francesco suggella le opere estre- me e dopo la sua scomparsa, nel 1661, subentra Giuseppe ed estende l’attenzione alle mitologie classiche già viva nel fratello1. Carlo Francesco aveva perseguito una mirabile giunzione, all’in- segna della classicità, tra ‘Bibbia’ e ‘Mito’, come mostra l’abbi- namento di due episodi erotici, Loth e le figlie e Nettuno e Anfi- trite (o Il ratto di Proserpina)2: il primo è derivato da Simon Vo- uet3 (fig. 1), il secondo si ispira liberamente a Joseph Heintz e al bulino di Lucas Kilian4 (fig. 2).
du Bocage, Parigi, ottobre 2013; Sotheby’s New York, 30 gennaio 2014. Cfr. FERRO, 2003, p. 249, scheda g 57; F. M. FERRO, Postille a Carlo Francesco e a Giuseppe Nuvolone, in Piacenza, terra di frontiera: pittori lombardi e liguri del Seicento. Dipinti e disegni inediti, catalogo della mostra, a cura di F. Moro, Pia- cenza 2010, p. 32, ill. 7; F. M. FERRO, in Nuvolone tra sacro e profano al Sacro Monte sopra Varese, catalogo della mostra, Varese 2012, p. 33; F. M. FERRO, Carlo Francesco Nuvolone. “Frammenti di un discorso amoroso”, in «Valori Tatti- li», 2013/2, pp. 92-105, in part. 94-96, figg. 3A e 3B.
3 W. R. CRELLY, scheda 143, in The painting of Simon Vouet, a cura di W. R. Crelly, New Haven - London 1962, pp. xx, fig. 51; J. THUILLIER, scheda 20, in Vouet, catalogo della mostra, a cura di J. Thuillier, Roma 1991, pp. 162- 163; Éclairages sur un chef-d’œuvre. Loth et ses filles de Simon Vouet, catalogo del- la mostra, a cura di D. Jacquot et G. Kazerouni, Strasbourg 2005; F. CERETTI, Genovesino e le carte stampate. Derivazioni dalle incisioni nella pittura italiana del Seicento, Milano 2020, p. 116, figg. 146-147.
4 Il ratto di Proserpina è una incisione di Lucas Kilian (1579-1637) eseguita nel
1605 da un’invenzione di Joseph Heintz il Vecchio (1564-1609). 81
Arte Lombarda 191-192 | 2021 | 1-2 | pp. 81-94| Published online .......... 2021
 © 2020 Vita e Pensiero, Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore















































































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