Page 188 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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(Lett.  è  andata  a  finire  come  la  festa  della  Santuzza  (Maria
                Bambina 8 settembre), quando si bevvero il vino e lasciarono
                cadere  le  botti,  si  usa  per  dire  che  un  fatto  è  stato  incon-
                cludente)

                Essiri muzzicatu d'i lapuna
                (Essere morso dai calabroni, si dice di chi è suscettibile)

                Nisciu u quarararu!
                (È uscito colui che aggiusta le pentole! Si dice quando qual-

                cuno che non esce mai lo fa e gli accade qualcosa di male)

                Spara a cu visti e 'nzetti a cu non visti
                (Pensi di colpire un bersaglio voluto e invece ne colpisci un
                altro)
                U cravunchiu supra a vaddara

                (Come papuli canfugghia, il foruncolo sopra l'ernia, di male in
                peggio)

                Aviri la cammisa cacata
                (Lett. "Avere la camicia sporca di cacca". Modo di dire che
                indica qualcuno che ha la coscienza sporca, un po’ come dire
                "avere la coda di paglia", che nasce dal un racconto di un tale
                che, in mancanza di adatti mezzi, dopo aver espletato i suoi
                bisogni, si pulì con la camicia)

                Chiama l'orvu pi m'aiutari, rapi l'occhi e mi fa scantari
                (Chiama il ceco per aiutarmi apre gli occhi e mi fa spaventare. Sig-
                nificato: quando chiami qualcuno per un aiuto e invece dell'aiuto ti
                dà ancora più complicazioni)



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