Page 192 - LA SICILIA - Cesare Ferrara
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(Questa è la casetta della Grancia (nome proprio); chi non la-
                vora non mangia. Comprensibile)
                Urvica morti e spusa ziti
                (Seppellisce  morti  e  celebra  matrimoni,  dovrebbe  essere  il
                prete,  ma  in  senso  metaforico  chi  è  presente  in  ogni  occa-
                sione)

                Batti pettu e caca riavuli
                (Letteralmente: batte il petto e caca diavoli, detto per indicare
                chi ipocritamente si reca in chiesa, ma, imperterrito, compie

                del male)
                Ti manciasti lu sceccu e ti cunfunni pi la cura
                (Ti sei mangiato l'asino e ti stai confondendo per la coda. Si

                usa generalmente in riferimento alla parte finale di un lavoro
                spesso difficile da concludere)
                Vai circannu scecchi morti pi livarici i ferri
                (Cerchi asini morti per toglier loro i ferri. Sono quelle classi-
                che persone che cercano guai)

                Nun mi cuntari li tri jorna du fistinu
                (Non raccontarmi i 3 giorni del festino, ovvero: non mi rac-
                contare frottole o cose che già conosco!)
                Iri ri cassaru e cassaru

                (Premessa: il "cassaro" è una strada dritta senza alcuna curva
                o piegatura. Il detto significa quindi andare dritto per le pro-
                prie  idee  e  la  propria  strada  senza  sotterfugi,  dubbi  o  in-
                certezze)

                Biati l’occhi chi vittiru Pasqua


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